LETTURA SETTIMANALE
Il TEMPO MISTICO, una "liturgia" speciale, esegesi settimanale di un passo del Vangelo sotto la lente del Cristianesimo Interiore
Periodo liturgico: Nuova Gerusalemme - colore: viola
A chiusura dell’Anno Liturgico troviamo il periodo dedicato alla “Nuova Gerusalemme”, che prefigura la chiusura dell’esperienza umana nella dimensione fisico-chimica, e la realizzazione del suo destino nel “Regno che non è di questo mondo”; ossia il ritorno all’Eden da cui fummo originariamente espulsi.
Di conseguenza le letture previste sono tratte dal testo biblico che più di ogni altro fa riferimento a questo periodo escatologico: l’Apocalisse di Giovanni.
44.a settimana -Domenica 02 novembre 2025
I 144.000
Apocalisse 7: 2-4,9-17
Vidi poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare:
"Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi".
Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele.
Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce:
«La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello».
Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
«Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: «Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l'Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi».
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La prima immagine ci mostra gli Angeli del Destino che, “ai quattro angoli della terra”, cioè nella sfera circoscritta alle quattro dimensioni, “trattenevano i quattro venti”, impediscono a quanto è ancora fuori dalla possibilità umana di percepire, di “soffiare” sul pianeta. Questa illustrazione ci dà l’idea che le cose siano pronte per un salto di qualità, ma che gli uomini ancora si attardano nelle loro fatiche terrene impedendosi di accorgersi di che cosa sta accadendo.
È la realtà d’oggi: l’uomo moderno, la scienza materiale, sta mettendo mano ad energie sempre più sottili e sta allargando la portata delle sue azioni fino ai confini della vita, senza tuttavia rendersi conto di che cosa questo comporti e del significato della vita stessa. È una situazione che prima o poi deve portare ad una apertura di coscienza, con tutte le conseguenze che ciò comporta, altrimenti può diventare molto pericolosa. È probabile che le Gerarchie trattengano il respiro tenendo a bada “i quattro venti” fino al momento opportuno.
Questo momento sarà la Nuova Era: “un angelo che sale dall’oriente”, cioè che sorge per l’umanità. Essa deve portare la promozione di coloro che sono pronti per il passaggio, per il salto evolutivo da compiere.
Tutti i passaggi da un periodo evolutivo ad un altro comportano delle situazioni di rischio e di separazione fra chi è pronto e preparato e chi, invece, è in ritardo. La Bibbia ci racconta quanto avvenne col diluvio universale, quando l’umanità passò dall’Epoca Atlantidea a quella Ariana. La densa atmosfera di Atlantide, composta di acqua-aria, nella quale vivevamo allora, ad un certo momento cominciò a separarsi nelle due componenti. Fino ad allora respiravamo con un organo simile alle attuali branchie dei pesci; quando l’aria si separò dall’acqua, formando l’atmosfera secca alla quale siamo oggi abituati, chi non si era adattato fisiologicamente destinando i polmoni alla funzione che oggi conosciamo non poté sopravvivere, e perse il passo con la propria evoluzione.
Un evento analogo ci attende, quando dovremo adattarci ad un ambiente ancora più sottile e asciutto: l’etereo, al termine dell’Era dei Pesci. Quello che ci consentirà di continuare ad essere al passo con l’evoluzione sarà lo sviluppo di un corpo più etereo, in grado di vivere nella nuova atmosfera che si va formando. È quello che chiamiamo il corpo radioso, che si sviluppa alzando le vibrazioni interne grazie all’amore verso il prossimo e a comportamenti di servizio altruistico, in sintonia cioè con lo Spirito della Saggezza, quella parte spirituale che ha sede nel piano dello Spirito della Saggezza: “il primo e l’ultimo”, che non conosce separazioni.
L’apertura della vista alla Regione Eterea è un risultato di questo sviluppo interiore, e la Nuova Era attende finché non ci sia “impresso il sigillo di Dio sulla fronte”, cioè non avremo aperto il terzo occhio nel centro spirituale della fronte.
Una domanda che sempre sorge nella mente quando parliamo di questi passaggi evolutivi e del rischio di rimanere indietro nell’evoluzione riguarda il numero di chi sarà salvato, cioè riuscirà a proseguire regolarmente, e il numero di chi rimarrà indietro. A modo suo, Giovanni risponde anche a questa domanda, e conta in 144.000 quelli che “furono segnati con il sigillo”, suddivisi in 12.000 per ciascuna delle 12 tribù di Israele. È chiaro che il numero è simbolico, anche perché nel versetto 9 ci dice “una moltitudine immensa che nessuno poteva contare” avvolti in “vesti candide” (il corpo radioso) gridava alla “salvezza”. Le due cose sembrano in contraddizione, per cui è necessario un approfondimento.
La prima cosa da dire è che i numeri che formano la cifra 144.000 sommati tra loro (1+4+4) danno 9, numero che cabalisticamente ha il significato di “umanità”. Dietro questo numero cioè si nasconde l’insegnamento che virtualmente tutta l’umanità sarà promossa nella nuova dimensione, superando il vecchio ordine dell’Era dei Pesci. Il fatto che tutte le tribù siano coinvolte ci suggerisce che detta promozione non dipende dall’appartenenza a un gruppo in particolare, ma che il criterio sarà solo quello dello sviluppo interiore individuale e della maturità spirituale raggiunti a prescindere da razza, religione, sesso, ecc.
Possiamo anche pensare che i 144.000 rappresentino i pionieri, coloro che per primi passeranno nella nuova dimensione, anticipando però tutti gli altri.
La “moltitudine immensa” viene descritta “in piedi”, a significare cioè che aveva innalzato la corrente creatrice interiore, e portava “palme nelle mani”. Ecco l’indicazione del servizio: non più “alzare le mani” contro il fratello, ma portare nelle stesse le “palme” della pace. Chi avrà “palme” nelle mani parteciperà al grido di “salvezza”.
È il trionfo dell’Amore, la Legge interiore, sulla Legge esteriore, del Cristo (il “trono dell’Agnello” davanti al quale stanno in piedi) sulla legge esteriore e la religione di razza Jehovitica.
Quando la direzione della dinamica evolutiva era diretta dall’esterno verso l’interno, nella fase discendente, l’uomo dipendeva totalmente dalla volontà e guida Divina, che con leggi ferree lo dirigeva perché era incapace di autonomia. L’uomo allora, nelle sue preghiere alla Divinità, dava più importanza all’aspetto materiale dell’esistenza, e chiedeva facendo sacrifici propiziatori per ingraziarsene il favore. Questo tipo di religione è quello descritto nel Vecchio Testamento, nel quale la trasgressione della Legge era il massimo dei mali e l’uomo doveva “temere Dio”. Tutto questo ha subito una radicale inversione di tendenza con l’avvento del Cristo, quando l’uomo maturò una sufficiente crescita interiore tale da potergli proporre il superamento di una Legge esterna a favore del riconoscimento dell’auto-determinazione in una legge interiore: l’Amore che ne è il risultato e non più il timore di Dio ma l’Amicizia, come il Cristo si espresse. Il sacrificio richiesto non è più quello esterno, ma quello interiore nel significato di rendere sacro, ossia il riconoscimento cosciente che la personalità deve estendersi all’individualità spirituale, che deve prendere direttamente in mano le redini della vita.
Allora l’uomo comincia a comprendere che non c’è una intenzione vendicativa e incomprensibile da parte della Divinità nei nostri confronti, ma assume su di sé le proprie responsabilità, e comincia a rendersi conto che il destino dipende da lui stesso, e che l’altruismo deve soppiantare l’egoismo. Non dovremo più essere concentrati nel chiedere, ma piuttosto nella dinamica opposta verso l’esterno: nel dare, perché “è dando che si riceve” come dice San Francesco d’Assisi.