LETTURA SETTIMANALE

Il TEMPO MISTICO, una "liturgia" speciale, esegesi settimanale di un passo del Vangelo sotto la lente del Cristianesimo Interiore


Periodo liturgico: Natale di Gesù- colore: oro 

“Natale” dà l’idea di una nascita, e tutti sappiamo che cosa festeggiamo in questo giorno: la venuta del Salvatore dell’umanità. La nascita di Gesù a Betlemme, tuttavia, sarebbe inutile se anche in ciascuno di noi, interiormente, non avvenisse una nascita come risposta a quella avvenuta 2000 anni fa: la nascita del Cristo bambino, ossia il risveglio e la cura della “scintilla divina” che giace dormiente dentro di noi. Il 25 dicembre di ogni anno, nella notte più buia dell’anno, dovremmo sentire il richiamo di far nascere questa Luce che, seguendo la legge del diapason, sappia rispondere a quella inaugurata dal Cristo cosmico, dando pieno significato al Natale che si festeggia esteriormente!

52.a settimana: 25 dicembre -Natale

Natale di Gesù

Luca 2, 1-20

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

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Quando diciamo che un essere avanzato diventa “uno con la legge”, vogliamo ribaltare l’idea che l’uomo della strada ha della libertà. Solitamente questa parola viene intesa col significato di “fare quello che si vuole”, e possiamo anche convenire; il problema è che se non guardiamo alle conseguenze rischiamo di muoverci nella direzione che dà risultati esattamente opposti!

Se quello che “vogliamo” è contrario alle leggi naturali ed evolutive, l’azione che sotto la sua spinta metteremo in atto si ritorcerà su noi stessi, obbligandoci in qualche modo e perciò restringendo l’ampiezza del nostro libero arbitrio. Ma, badate bene, non perché “qualcuno” si è offeso ed è permaloso, ma perché quelle leggi hanno come obiettivo il nostro massimo bene. Se raccogliamo problemi dalle nostre azioni, non è perché qualcuno ci castiga, ma perché dobbiamo imparare una lezione. La vita è una scuola di evoluzione.

Essere un individuo totalmente “uno con la legge” si riverbera anche nella sua stessa vita, che sarà visibile in ogni aspetto della sua esistenza, a partire dalla nascita. Così sono i Salvatori dell’umanità, tutti nati al solstizio d’inverno, ossia nel momento dell’anno in cui l’influsso spirituale sul nostro pianeta è più forte. E così fu per la nascita di Gesù.

Se allora diciamo che “è nato dalla Vergine nella notte più santa dell’anno”, vogliamo indicare che nella notte fra il 24 e il 25 dicembre il segno della Vergine celeste si trova all’ascendente: il sole del nuovo anno nasce dalla Vergine. Questa legge è valida sia per l’aspetto macrocosmico che per quello microcosmico se riferito ad individualità che con il macrocosmo sono in perfetta armonia. Con questo non vogliamo sostenere che tutti coloro che nascono al solstizio d’inverno siano dei salvatori, perché l’ascendente non è che uno degli aspetti da considerare; ma certamente i Salvatori nascono al solstizio d’inverno.

Resta il fatto valido anche per noi, che quando volessimo avviare o rafforzare un cammino interiore, quando volessimo gettare uno sguardo nelle profondità e nell’oscurità di noi stessi, come quella di una grotta in piena notte, per trovarvi la nostra piccola ma potenzialmente divina scintilla, potremo farlo in modo più efficace se adoreremo il bambino divino in noi la notte del solstizio d’inverno. Sentiremo certamente più forte il canto degli angeli che ci danno il benvenuto come “uomini di buona volontà”! Il sole è più vicino alla terra in questo periodo, e sarà per noi più facile sentirci suoi figli, e provare il suo calore d’amore in attesa di poterci riabbracciare, quel calore che i mistici di tutti i tempi hanno sempre avvertito e al quale hanno sempre, talvolta dolorosamente, aspirato.