LETTURA SETTIMANALE
Il TEMPO MISTICO, una "liturgia" speciale, esegesi settimanale di un passo del Vangelo sotto la lente del Cristianesimo Interiore
Periodo liturgico: Tempo Ordinario - colore: verde
“Tempo ordinario”, in latino detto “per annum”, è un periodo liturgico di intervallo fra i periodi principali dell’anno. Esso, anziché vederlo come un semplice lasso di tempo di attesa, privo di importanza propria, si dovrebbe considerare come una obbedienza alla ciclicità, in ossequio alla legge del pendolo, legge fondamentale per il continuo avanzamento dell’evoluzione. Laddove non c’è evoluzione c’è solo stagnazione; laddove non c’è ciclicità non c’è evoluzione.
Il Tempo ordinario è quindi un periodo di preparazione attiva, che l’aspirante dovrebbe saper utilizzare per avanzare sul sentiero.
33.a settimana -Domenica 17 agosto 2025
"Ma io vi dico...."

Matteo 5, 20-48
Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
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È Gesù stesso che ci indica la nuova spiritualità, confrontandola con la Legge di Mosè. In questo passaggio, Gesù molte volte propone una differenza fra la legge mosaica esterna e ciò che Egli dice, precedendolo con: "Ma io vi dico".
Vi sono due osservazioni da fare riguardo a queste parole:
(1) Nella prima chiediamoci: se il passaggio da fare consiste in una interiorizzazione della Legge, che deve passare da esterna ad interiore, obbedire al "vi è stato detto" o al "io vi dico" esaurisce questa necessità? Certamente no, si tratterebbe di passare da una obbedienza (a Mosè) ad un'altra (a Gesù), ma entrambi ci direbbero che cosa noi dobbiamo fare, facendoci ricadere sempre in una dinamica esterna. Mai Gesù si impone con la sua autorità, come la sua nascita e morte bene testimoniano. Come risolvere la questione? Dovremo intendere questa frase nel modo seguente: "Ma l'Io vi dice". È il Sé o Cristo interiore, la nostra parte spirituale, che ci parla, e che dobbiamo imparare ad ascoltare.
(2) Altra osservazione riguarda quel "ma" che precede ogni frase.
- In Matteo 5:17, Gesù dice: "Non sono venuto ad abolire la Legge, ma per dare compimento". La parola tradotta qui con "ma" è in greco "alla" (αλλα), ed esprime negazione e che toglie, ponendosi come un'alternativa.
- In Matteo 5:20-43, invece, la parola tradotta con "ma" è in greco "de" (δε), che significa "non, anche, che aggiunge". Ciò sottolinea il fatto che, come Gesù stesso afferma, la legge nuova non sostituisce quella anteriore, ma le dà "compimento", ed è affidata a chi è in grado di "superare la giustizia degli scribi e dei farisei" (come vedremo fra poco), cioè di chi non sa solo attenersi alla Legge mosaica.
E noi possiamo tradurre "Ma io vi dico" con: "E il Sé vi dice".
In questo modo, alla domanda: Che cosa devo fare? la risposta diventa: la tua coscienza te lo deve indicare. Ma Gesù non si sottrae alle indicazioni per chi, come noi, è ancora sulla strada verso la capacità di ascoltare il Sé.
Ecco il suo insegnamento:
Non uccidere (Matteo 5:21,22):
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. E (ma) il Sé vi dice: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al Sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Questo è un esempio chiarissimo della differenza fra la legge esterna e la legge interna. La Legge esterna non può che basarsi sui fatti esteriori, considerandone le differenziazioni di gravità; rappresenta il minimo comune multiplo a cui tutti devono (e possono) obbedire. Ma la legge interiore non guarda tanto all'atto esterno, che è sempre l'ultima fase di un processo interiore, ma proprio a quest'ultimo, risalendo alla intenzione. Anche volere, o desiderare che qualcuno non ci sia, volerlo eliminare nella nostra mente, aggredirlo anche solo a parole, o a volte col silenzio, equivale a volere eliminare quella persona, e perciò equivale ad ucciderla.
Il Sé ci dice che anche in questi casi saremo sottoposti a giudizio (della nostra coscienza, naturalmente). Giudizio che avverrà o in questa vita o nella vita post-mortem.
Lo stesso procedimento possiamo applicarlo anche agli altri precetti portati da Gesù: l'adulterio sussiste anche solo per chi "guarda una donna", e per chi la "espone all'adulterio". D'altra parte, gli insegnamenti esoterici mostrano come i pensieri siano "oggetti" del piano mentale, e perciò vanno a colpire le persone che ne sono coinvolte, oltre ad entrare nell'aura del pensatore, con tanta più forza quanto più egli ne ha affinato il potere tramite gli esercizi spirituali.
Per la legge interiore, poi, non può esserci spazio per le ipocrisie e le incongruenze: "Sia nel vostro parlare sì, sì: no, no". Non possiamo prendere in giro noi stessi! Il nostro comportamento deve rispecchiare questa onestà interiore
Porgere l'altra guancia.
Sono più interessanti gli ultimi due precetti interiori. Scoprire lo scopo per cui siamo sulla terra incarnati, dovrebbe essere la massima preoccupazione per l'uomo, e che cosa se non la religione dovrebbe essere proprio quella forma di conoscenza e filosofia che dovrebbe aiutarlo in questa ricerca. Noi siamo qui, in questo mondo, nel quale dobbiamo, volenti o nolenti, relazionarci con l'ambiente e con gli altri esseri. La relazione è lo strumento che ci consente di progredire, di imparare ciò che ci serve, o di regredire, secondo come lo usiamo. Non contano nulla tutte le nozioni del mondo se non sono finalizzate a questo, o tutti i pensieri astratti: ciò che conta è il nostro comportamento, perché è solo tramite esso che dimostriamo di avere appreso le lezioni che dobbiamo imparare.
Ed è proprio su questo che Gesù centra il Suo insegnamento, teso a farci superare la necessità - conseguenza della sottomissione alla Legge - verso la libertà come frutto di una legge interiorizzata.
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; e (ma) il Sé vi dice di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra.
La legge karmica ripristina l'equilibrio voluto dalla Legge, ma ci rende schiavi, e noi rimaniamo sempre più avvinghiati in relazioni disarmoniche, che non ci liberano e non ci permettono di migliorare. Per questo l'umanità ad un certo punto ha avuto bisogno di qualcosa di più e di diverso. Gesù ci ha portato questa novità, questa "Buona Notizia", capace di liberarci: la sostituzione della Legge (occhio per occhio) con l'Amore, che chiede di porgere l'altra guancia. Porgere l'altra guancia, pertanto, non è l'azione del debole che si sottomette alla forza altrui, ma l'azione volontaria e positiva del più forte, che in questo modo si libera (e libera anche l'altro, per quanto concerne la presente relazione con sé) delle conseguenze spiacevoli di quel legame. È un atto "eroico" definitivo e risolutore. E perciò liberatore.
Ama il tuo prossimo.
Per quanto riguarda l'amore al "prossimo" Gesù applica appieno la sua visione che supera quella della Legge, tanto che Egli aggiunge qualche cosa alla citazione dell'Antico Testamento (Levitico 19):
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; e (ma) il Sé vi dice: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siete figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
In nessuna parte della scrittura c'è la frase: "e odierai il tuo nemico", ma qui Gesù lo aggiunge proprio per identificare il risultato della Legge esteriore confrontandola con quanto la legge interiore, il Sé, richiede.
Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto alla legge. Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'Amore.
Per non avere alcun debito karmico la sola cosa da fare è interiorizzare la legge, cosa che si traduce nel vivere con spirito di non separazione, di non paura, di libertà, di superamento delle divisioni di razza e famiglia, perché ci si identifica con il Sé anziché con il gruppo, in una parola con Amore, che non può sorgere se non dall'interiorità. Ed è a questa meta finale che la legge mirava, perciò l'Amore è il compimento della Legge.
Come ha detto S. Agostino: "Ama e fa ciò che vuoi".