LETTURA SETTIMANALE

Una "liturgia" speciale, esegesi settimanale di un passo del Vangelo sotto la lente del Cristianesimo Interiore
(Attenzione: non corrisponde alla liturgia della Chiesa Cattolica)


Periodo liturgico: Giovanni il Battista - colore: blu 

A cavallo fra la Primavera e l’Estate troviamo il periodo dedicato a Giovanni Battista. Egli è stato il Precursore del Cristo, così come l’Estate è, in un certo senso, il lato nascosto dell’Inverno, quando il l’Avvento Cristico si palesa esteriormente.
Noi non potremmo vivere ora senza questo alternarsi ciclico, che alimenta, di volta in volta, tutta la complessa costituzione che ci contraddistingue. La parte visibile di questa costituzione – la sola di cui abbiamo consapevolezza – ha bisogno dell’elemento fisico, mentre la parte invisibile trova la sua fonte nei piani sottili, a noi invisibili. Non essendo quindi esseri totalmente fisici, dobbiamo alternare le energie secondo la loro origine: non possiamo restare a tempo indefinito né sul piano fisico, né nel piano invisibile, ma dobbiamo passare dal giorno (veglia) alla notte (sonno).

26.a settimana -Domenica 29 Giugno 2025

Testimonianza di Giovanni

Giovanni 1, 19-34

E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Chi sei tu?». Egli confessò e non negò, e confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Che cosa dunque? Sei Elia?». Rispose: «Non lo sono». «Sei tu il profeta?». Rispose: «No». Gli dissero dunque: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

come disse il profeta Isaia». Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».

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Possiamo immaginarci la scena: Giovanni aveva da poco finito la sua predicazione, richiamando con forza la folla a pentirsi e a purificarsi, chiamandola “Razza di vipere!”. Il suo aspetto era di un uomo alto, forte e rude, e ispirava rispetto e soggezione. Quindi era sceso in acqua e aveva cominciato a battezzare i presenti. Aveva una fila di persone in attesa del loro turno. Ad un certo punto, il suo sguardo cadde su un uomo vestito di bianco: era la lunga tunica di lino che usavano gli Esseni. Si fermò improvvisamente da quanto stava facendo, e guardò meglio. Quell’uomo ricambiò lo sguardo, e gli chiese di essere battezzato. Lo aveva subito riconosciuto? Non lo sappiamo, ma conosciamo la sua risposta: “Io ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”.

In altre parole, Giovanni riconobbe in Gesù un individuo maggiore di lui, più elevato di lui. Non dobbiamo pensare che questo significhi che lo aveva riconosciuto e sapeva che egli era quel Messia che lui stava annunciando dicendo che “l’ora era vicina”. Lo sguardo con cui aveva guardato verso Gesù era uno sguardo chiaroveggente, e gli bastò vedere l’aura di Gesù per riconoscerne la grandezza e l’autorità. Fra gli Esseni era sempre il più avanzato che battezzava chi era inferiore a lui; per questo disse a Gesù che avrebbe dovuto essere lui a battezzarlo. Ma Gesù sapeva benissimo quello che doveva accadere quel giorno, e insisté: “Lascia fare per ora, perché così dev’essere fatto”.

In altre parole, Giovanni, guardandolo, riconobbe finalmente in Gesù colui del quale disse:

Giovanni 1:30,31

“Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che viene dopo di me che mi è passato avanti, perché era prima di me.”

Che cosa è successo subito dopo il Battesimo? Ecco come Giovanni il Battista stesso lo ha descritto:

Giovanni 1:32, 34

Ho visto lo spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.

E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.

Ecco l’annuncio: la colomba, lo spirito, è sceso su (qualche tradizione dice, e forse è preferibile: “in”) lui. In realtà, si tratta di un’esperienza comune ai mistici e dello scopo che il battesimo dovrebbe produrre: la discesa dello spirito dentro la persona. Come conseguenza, questi comincerà a vedere il prossimo in tutti quelli che incontra, non dividendo più le persone in categorie: famiglia, clan, tribù, razza, ecc., ma vedendo in ciascuno il proprio fratello nello spirito: figlio dello stesso Padre; in coscienza è ora “Figlio di Dio”.

Ma ciò che vide Giovanni nel Battesimo di Gesù era qualcosa di più, qualcosa che gli fece affermare di non essere degno nemmeno di sciogliergli i legacci dei sandali. Disse anche: “Lui (la legge interiore) deve crescere, io (la legge esterna) devo diminuire”. L’antico Mosè deve lasciare il passo.
Cosa che anche la nostra personalità dovrebbe essere pronta a fare non appena il Cristo interiore le si presentasse davanti.